L’importanza della ritualità per i bambini
La ritualità per i bambini è preziosissima, permette di incanalare l’emotività, di orientarsi, di regolarsi e gli consente anche di rispondere coerentemente al bisogno magico-animistico che contraddistingue la loro mente nella prima infanzia. Il rito offre uno spazio simbolico e relazionale in cui diventare grandi, nutrendo la connessione con se stessi e il sentimento di unità della vita.
La tradizione dell’acqua di San Giovanni
Cogliamo l’occasione del solstizio d’estate ad esempio. La tradizione dei nostri antenati è quella di preparare l’Acqua di San Giovanni durante il tramonto della giornata del 23 giugno, per percepire tutta l’energia luminosa di questo momento cosmico.
Prepararsi a viverlo è un’affascinante esperienza che potete condividere insieme ai bambini e che aiuta la connessione con la natura nel momento della sua massima esplosione e del suo massimo splendore!
Le tre fasi della preparazione dell’acqua di San Giovanni
- Immergersi nel verde e raccogliere i fiori che “vi chiamano” col loro colore, col loro profumo, con la loro essenza. È un esercizio che consente di mettersi in ascolto della natura e di se stessi (i bambini ci riescono con più facilità non avendo filtri razionali).
- Tornate a casa e mettete dell’acqua in una bacinella e con delicatezza e cura immergetevi i fiori raccolti, con meraviglia verso ciascun fiore, ciascuna erba e verso le sue proprietà.
Poi portatela fuori, offerta alla luce della notte.
La rugiada nella notte di San Giovanni donerà ai fiori una particolare energia che renderà l’acqua magica: gli antichi credevano che portasse protezione, fortuna, prosperità. - Quando vi svegliate la mattina del 24 giugno usate quell’acqua per lavare mani e viso, percependo i doni di Madre Terra e la sua carezza, con gratitudine. Se lo desiderate mettete un po’ di acqua da regalare ai vostri cari in piccole bottiglie.
La magia è il linguaggio dei bambini
Abbiamo perso completamente il contatto con la dimensione magica e rituale, col linguaggio simbolico, con la parte più intuitiva e sacra di noi. I bambini hanno questa dimensione molto aperta, come l’avevano i nostri antenati. La magia è il loro linguaggio.
Non importa che ci crediate o no, che sia solo una storiella popolare: è un’occasione per fare esperienza di contatto con se stessi e per offrire ai più piccoli occasioni da ricordare che faranno parte della loro autobiografia e che formeranno i loro ricordi.
Nessun bambino riderebbe di questa cosa, nessuno direbbe: “tanto non serve a niente” ma ascolterebbero la procedura con curiosità e si immergerebbero nel vivere l’esperienza con fiori, acqua e luce con le porte del cuore spalancate.
Facciamoci guidare!
Laura Mazzarelli