Ancora troppo spesso si sente dire ai bambini questa frase.
Ci sono tantissimi impliciti che vanno affrontati a livello pedagogico. Vediamoli.
I genitori rappresentano per i bambini qualcuno di cui fidarsi incondizionatamente e l’adulto in quel momento sta tradendo quella fiducia, abusando della mente magica del bambino. I bambini fino ai 7 anni almeno, hanno una mente caratterizzata dalla magia e dall’animismo e non riescono a distinguere ciò che attiene al piano di realtà e ciò che invece rientra nella fantasia.
Quando un adulto arriva a minacciare con presenze esterne significa che non trova strumenti adeguati ed efficaci per far sì che il bambino gli ubbidisca. Il bambino sta esprimendo una frustrazione o un bisogno che per noi è apparentemente irrazionale e non sa neanche quale sia l’idea, del tutto discutibile, di “bravo bambino”. Sente solo una minaccia e a quel punto si blocca, esegue ciò che gli viene richiesto, ma non comprende, non evolve, non aderisce, semplicemente prova paura.
La paura lavora dentro. Il lupo, che può arrivare all’improvviso da un luogo indefinito, è come una presenza oscura dai tratti aggressivi che può entrare in casa e nella cameretta, ambienti che sono vissuti invece come luoghi di protezione. Si genera quindi ansia che possa succedere qualcosa di brutto, mania di controllo dell’ambiente circostante, incubi e sonno difficoltoso. Il bambino nutrirà il timore di sbagliare, di essere portato via, di non essere voluto, si sentirà insicuro anche se apparentemente potrebbe non dimostrarlo.
Il lupo ha una funzione precisa nel contesto in cui deve stare: la fiaba. Spesso invece viene decontestualizzato dalle fiabe e il suo ruolo simbolico viene mistificato ed edulcorato per paura di turbare i bambini (ad es. i porcellini vengono mangiati in un sol boccone!), dimenticando che la fiaba fa vivere al bambino un processo interiore preziosissimo e che l’antagonista ha un ruolo fondamentale in tutto ciò.
Il lupo cattivo alla fine non arriva mai e il risultato per l’adulto è la perdita di fiducia e credibilità, che sfocia in una relazione insicura. E’ importante creare un dialogo coi bambini, aiutarli a reggere la frustrazione ai giusti no, essere fermi e autorevoli quando necessario ma attraverso strumenti comunicativi adeguati al rispetto della loro persona e della loro anima che si sta affacciando al mondo.
Dott.ssa Laura Mazzarelli
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