Utilizzare la magia come chiave di comunicazione coi bambini.
È importante sapere come funziona un bambino nella prima infanzia, soprattutto per come relazionarsi positivamente a lui. I bambini utilizzano la dimensione della magia per leggere il mondo e muoversi in esso, e gli adulti si rapportano a loro con la dimensione logico-razionale che caratterizza la loro modalità di pensiero.
La mente del bambino si basa sui principi dell’animismo, ovvero attribuisce ai fenomeni e agli oggetti sentimenti, volontà, possibilità di azione… a tutto e a tutti, anche alle cose inanimate.
E’ così che la luna ci segue nel cielo, che le fatine lasciano i doni, che un soffio manda via il dolore, che un orsetto può parlare…
Ricordo che una mattina di tanti anni fa entrando a scuola un bambino di tre anni mi disse: “Guarda maestra, guarda! Questa notte la mia macchinina e’ arrivata fino a scuola! “, io e la sua mamma ci guardammo sorridendo, era evidente che si trattasse di due macchinine identiche ma l’entusiasmo di quel bambino non lasciò spazio a nessuna spiegazione razionale. E la risposta fu : “Caspita, davvero ? Eh già, la tua macchinina vuole stare proprio insieme a te!”.
Questo è solo un esempio di tantissime situazioni in cui possiamo constatare che la caratteristica del pensiero del bambino è l’attribuzione, a tutti gli altri esseri (animati e non), di ciò che lui vive e pensa. In lui non c’è differenza tra la sua realtà e quella al di fuori di lui, in una fase di totale egocentrismo. Alla macchinina era stata attribuita la volontà di spostarsi e la realizzazione di questa azione. I bambini in tenera età non sono soggetti ai vincoli causali di tempo e spazio, che sono tipici della mente razionale, investono tutta la realtà di animismo e magia: tutto cio’ che esiste è vivo e possiede le stesse gamme di emozioni e sentimenti che sono vissute dal bambino.
Attraverso la magia i bambini si danno la spiegazione del mondo, per questo le fiabe sono così importanti a questa età. È il sole che si nasconde, è Mago Gelo che porta la neve, sono i folletti che fanno gli scherzetti…
Se raccontiamo una fiaba e cambiamo la sequenza logica della narrazione magari il bambino non ci farà caso, ma se diciamo che il vestito della principessa è blu, e il giorno dopo raccontiamo che è rosso il bambino ci fermerà per dire: “No, non è vero!”. È un esempio semplice ma indicativo di come il bambino dia priorità alle immagini con forte impatto rispetto a una sequenza narrativa (la sua mente non è ancora tarata sul principio di causa effetto).
I bambini ci insegnano e ci chiedono di tornare responsabilmente alla nostra dimensione magica, che forse abbiamo perso ma che è fonte di un grande nutrimento per la nostra anima. Quante volte noi adulti, per affrontare un evento importante, indossiamo una collana particolare, che in quel momento per noi è come un amuleto che ci protegge e scaccia le paure? Quante volte un bambino utilizza gli oggetti come talismani che per lui veicolano tutta l’energia della sua mamma?
Quante volte noi adulti utilizziamo i rituali, per incanalare le nostre tensioni e per tornare in contatto con noi stessi e quante volte lo fa il bambino? La sua vita si basa sui riti, il rito della nanna, il rito del bagnetto…per incanalare e gestire le paure di un mondo per lui ingovernabile senza la percezione di spazio e di tempo …
I bambini, se lo scegliamo, ci donano la possibilità di recuperare la nostra magia, di offrirla, di condividerla, di ricrearla. Possiamo fidarci di loro, senza la paura di dirgli cose che non sono vere per abituarli a un mondo fatto di rigide categorie, questo non è il momento delle verità razionali, questo è il momento di nutrire i desideri, di guardare gli occhioni che si spalancano, di alimentare la fiducia nel proprio essere, di sorridere teneramente a quei bambini che anche noi siamo stati.
Dott.ssa Laura Mazzarelli
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