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Zucca di Halloween che sorride

Halloween: spunti, provocazioni, domande

Perché i bambini vivono Halloween come un travestimento che sta prendendo il posto del Carnevale quasi in via di estinzione?

Quello che si vede in giro in questo periodo nelle scuole sono zucche, streghe e ragnatele. Gli scheletri no, o comunque in misura minore… perché magari i bambini poi si spaventano! Poi per le strade ci sarà anche la versione per adulti con sangue, occhiaie, pugnali e chi più ne ha più ne metta. Tutti simboli e i simboli hanno sempre un certo potere.

Vogliate perdonare il tono provocatorio ma perché non si fa così fatica a dare un senso a ciò che si fa fare ai bambini? In un momento in cui la parola “trauma” è totalmente abusata in relazione all’infanzia, la parola “consapevolezza” in relazione all’educazione diventa più che mai necessaria. Perché i bambini vivono Halloween come un travestimento che sta prendendo il posto del Carnevale quasi in via di estinzione?

Sarebbe interessante andare ad approfondire le origini della notte di Halloween e legarla alla stagione dell’autunno, al tema della morte, al valore del ricordo di chi ci ha preceduto, alla ritualità che ci sta sotto, o almeno affrontare l’emozione della paura in modo un filino più consapevole. Chi davvero fa tutto questo?

Per i bambini piccoli le paure assumono una forma concreta che si riversa su entità che possono nascondersi nel buio (i mostri, i fantasmi, il lupo…). Ci sono bambini che non sopportano di essere travestiti e che non sanno come agire il personaggio che quel vestito e quel trucco lo costringe a diventare, ci sono bambini che non riescono ad andare oltre la maschera e ritrovare l’adulto che ci sta dietro. Vero anche che i bambini adorano fare paura agli altri, fare scherzi e spaventare, e osservare la reazione dell’adulto che sta al gioco. Perché è proprio attraverso il gioco che i bambini si orientano nel mondo e cercano di capire come affrontarlo. Quindi via con “dolcetto o scherzetto”…ma c’è di più.

C’è il tema della morte, un tema esistenziale che si pone in modo preponderante nei bambini, che una sera a cena di punto in bianco ti dicono: “Ma io non voglio che tu muori!” oppure “Io non voglio diventare grande se no poi muoio…”. E magari c’è la morte di un animale domestico o di una persona cara ed è una responsabilità dare risposta a queste affermazioni. La morte per i bambini non può essere un tabù o coincidere con l’esaurimento delle “vite” dei videogiochi. I bambini hanno bisogno di sapere che il contrario di morte non è vita ma è nascita, e che la Vita le racchiude entrambe.

Halloween così come è vissuta oggi è una ricorrenza abbastanza vuota, nella società del consumo e della velocità, infarcita di una simbologia macabra che lavora a livello inconscio ma potrebbe diventare un’occasione di celebrazione di alcuni rituali, di ascolto, di riflessione, di coltivazione di sentimenti unitivi. Magari anche solo accendendo una candela bianca e nutrendo i ricordi che ci ha lasciato chi ci ha preceduto.

Dottoressa Laura Mazzarelli

 

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