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Educare i bambini al valore dei soldi

Insegnare il valore del denaro in modo funzionale e consapevole.

Il valore del denaro è un concetto che il bambino acquisisce nel tempo. A 3-4 anni il bambino vede una cosa e la vuole, punto! Egli pensa che il suo ottenimento o meno dipenda esclusivamente dalla volontà di mamma e papà e non dalla disponibilità di denaro. Questo perché sta attraversando una fase legata ai desideri e al soddisfacimento dei bisogni in cui è tutto: “Mmmmiiiioooo!!”.

È utile introdurre il concetto del denaro fin dalla prima infanzia, d’altronde nel mondo il denaro esiste e quindi occorre parlarne: occorre far vedere a cosa servono i soldi, da dove arrivano, che non sono illimitati. Ma senza caricare i bambini di ansie o sensi di colpa circa le sorti finanziarie della famiglia: deve restare un momento sereno e nel quale i più piccoli familiarizzano con il concetto del denaro.

Il modo più semplice che hanno i bambini per imparare è sperimentare, manipolare, vivere le cose concretamente. Già dai 3 anni si può cominciare a giocare al supermercato, in cui simulate di fare la spesa. Non è banale, perché nella vita di tutti giorni i soldi di carta e metallo stanno scomparendo e i bambini, tra carte e bancomat, non vedono nemmeno più che i soldi esistono, anzi sono sempre più un’astrazione. Fate finta che vostro figlio vi dia un soldino e voi gli date il pane e il latte. In questo modo faranno concretamente il gesto dello scambio, del passaggio dalla sua alla vostra mano di soldi e oggetti.

Per la mente magica del bambino inoltre, il bancomat è qualcosa di straordinario: vai lì davanti, schiacci dei tasti e lui ti dà i soldi che chiedi!!! Per i bambini è molto complesso capire che i soldi che il bancomat ci fornisce sono soldi guadagnati e che non tutti i desideri si possono esaudire.

Non è mai troppo presto per parlare con i vostri figli di un loro desiderio. In questo modo ci si mette in ascolto dei loro bisogni, gli consentiamo di esprimere e anche un po’ sognare circa quel gioco che vorrebbero e come lo userebbero… Insomma è importante dare voce ai loro desideri e imparare anche un po’ il gusto dell’attesa, perché magari l’acquisto non sarà immediato oppure possono tenerlo come desiderio da scrivere a Babbo Natale. Maggiore è il desiderio maggiore sarà la gratitudine e la cura.

Il tema del denaro è anche legato al tema del dono. Non si imparano la gratuità e la generosità di punto in bianco: se i vostri figli vedono da parte vostra un rapporto sano con il denaro, utilizzato anche per fare del bene, quando saranno più grandi sembrerà loro un comportamento naturale. Coinvolgeteli nella scelta del regalo per la mamma o il papà, i nonni o un amichetto, oppure coi più grandini parlate loro dell’adozione a distanza che sostenete con un po’ di soldi della famiglia.

Già nei primi anni di vita dunque si può introdurre l’idea che per ottenere qualcosa serve impegno, che sia una macchinina o una vacanza. Dai 6 anni le cose possono iniziare ad essere più reali: i bambini possono ad esempio andare a fare le prime commissioni dal panettiere, ma anche maneggiare i primi soldini. A 6 anni è presto per la paghetta, ma ogni tanto può arrivare qualche mancia dai nonni o i soldini del topolino dei denti (basta qualche monetina!!!) e allora si può introdurre il salvadanaio: iniziano così a contare i soldi, dividerli, vederli aumentare o diminuire e sperimentare che non sono infiniti.

Il bambino può iniziare anche a spenderli e a fare piccoli ma importanti passi verso l’autonomia. E’ importante accompagnarli con domande come: “Lo vuoi davvero? Vediamo quanto costa e se hai abbastanza soldi” oppure: “Se compri questo, poi non potrai comprare quest’altro”. I bambini inizieranno ad imparare a scegliere, a capire la differenza tra “lo voglio” e “ne ho davvero bisogno”. Non dimentichiamo di stimolarli anche sul dono, cosicché si chiedano se vogliono metterli via per sé o per un regalo a qualcuno.

La prima paghetta può arrivare, in forme molto ridotte e con cadenze molto elastiche, dagli 8 anni circa. Qui il concetto di risparmio può farsi più ampio, ma è importante fargli sperimentare anche le conseguenze di una gestione non proprio oculata: se preferisce spenderli tutti, non ne avrà più per comprare qualche altra cosa che desidera. Uno strumento che può aiutarli a gestire i soldi è un piccolo libretto contabile molto semplice, dove segnare le entrate e le uscite.

Se soldi nel mondo degli adulti sono il pagamento per un lavoro, la mancetta deve essere un’altra cosa: non datela perché riordinano o danno una mano in casa! La casa è un luogo di gratuità e tutti i famigliari in base alle possibilità devono contribuire alle faccende domestiche come sostegno e sentimento di appartenenza. I soldi li guadagneranno quando saranno un po’ più grandicelli!

In preadolescenza i ragazzi possono cominciare ad essere coinvolti anche su questioni più significative: possono per esempio sapere con chiarezza che per andare in vacanza i genitori devono lavorare uno o due mesi; possono essere coinvolti nella scelta delle offerte di telefonia, per soppesare costi e fabbisogni di minuti e giga.

I soldi rimangono un problema degli adulti per quanto riguarda il pagamento del mutuo e le bollette ma se i ragazzi perdono o rompono lo smartphone, quella è sicuramente una responsabilità loro!

Dott.ssa Laura Mazzarelli

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