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Babbo Natale: bugia o magia?

Il valore di Babbo Natale oltre la razionalità adulta.

Alcuni sostengono che ai bambini non vada raccontata la BUGIA di Babbo Natale.
In questo post voglio invece raccontare perché è importante crederci.

Partiamo dal processo di sviluppo del bambino: nella prima infanzia il cervello di un essere umano comprende e utilizza il linguaggio magico e si basa su animismo, simbologia, ritualità. La sua neocorteccia non è ancora sviluppata e il nostro pensiero logico-razionale poco si adatta al bambino. Ad esempio se un bambino chiede “perché piove?“ basta dire “perché le piantine hanno sete“ piuttosto che spiegare il ciclo dell’acqua. Oppure se racconto una fiaba e cambio il colore del vestito della principessa il bambino se ne accorgerà, più difficilmente si accorgerà se cambio la sequenza narrativa. Sono esempi che ci dicono che la priorità per lui non è la razionalità.

Arriviamo a Babbo Natale: per un bambino rappresenta un amore più grande, trascendente, che si ricorda di lui e di tutti i bambini del mondo. Non è l’amore di mamma e papà, è qualcosa di più, che arriva da un altra dimensione. Donare al bambino queste esperienze è un nutrimento. La magia non si può “raccontare” a metà o con la paura di mentire, la magia va fatta vivere. Bisogna connettersi col bambino e col suo stadio di sviluppo, bisogna che coltiviamo la nostra dimensione magica.

I bambini la mattina di Natale, fateci caso, non vanno subito a scartare i regali, vanno prima a guardare se Babbo Natale ha bevuto il latte che loro avevano preparato per lui, se ha mangiato i loro biscotti. Quel bicchiere mezzo vuoto, quelle briciole rimaste nel piatto sono intrise di magia. Prima dei regali, prima della materialità, il bambino, attraverso quelle briciole, va a cercare gli indizi di quella connessione, di quel piano spirituale che Babbo Natale (non visto!) rappresenta.

Ad un tratto, fisiologicamente, gradualmente, naturalmente la mente del bambino si apre ad altro: inizia il processo di astrazione (subentrano concetti di causa-effetto, di conservazione di quantità, di convenzione, ecc…) e lui stesso inizia a dubitare dell’esistenza di Babbo Natale.

Il punto non è se sia giusto o sbagliato raccontare di questa figura e fargli vivere questa magia ma COME stargli accanto e con quali parole, quando in lui NATURALMENTE sorgerà il dubbio. Ognuno di noi ricorda il momento in cui ha scoperto che Babbo Natale non esisteva, fa parte dei momenti che segnano la nostra autobiografia, ma nessuno è mai andato in terapia per questo. Il bambino proverà delusione quando si accorgerà che Babbo Natale non esiste per come lui lo aveva immaginato ma questo fa parte delle delusioni del diventare grande. E una delusione non è un trauma (ci tengo a specificarlo, perché questo termine è molto inflazionato). Nulla gli potrà togliere il ricordo, il nutrimento, la bellezza di un’infanzia caratterizzata da quella magia condivisa coi suoi adulti di riferimento, che l’hanno creata e che gliel’hanno fatta respirare e verso cui proverà gratitudine e tenerezza, per sempre.

E’ degli adulti che bisogna occuparsi, non dei bambini. E’ l’adulto, imbevuto di razionalità, che ha paura di essere visto dal figlio come un traditore.
Come si preparano gli adulti ad accompagnare, con quali parole, con quale intelligenza emotiva staranno a fronte alla domanda del bambino: “Mamma ma Babbo Natale esiste davvero?” “La mia amica dice che non esiste” “A scuola mi hanno detto che Babbo Natale non esiste e mi hanno preso in giro perché io ho detto che invece esiste”. Sono queste le domande di cui ha paura l’adulto e di queste occorre occuparsi.
E’ importante andare a recuperare come a noi è stato detto che Babbo Natale non esiste e andare a ricontattare quelle emozioni per poi vederne le proiezioni di quelle emozioni sui bambini. Perché si parla tanto, troppo, di bambini, ma il concetto che non mi stancherò mai di ripetere è che occorre educarsi per educare.
Di certo, evitare di nutrire il mondo magico del bambino per una paura adulta o per togliersi dall’impiccio, non è la via più indicata.

Ad ogni età esistono delle frustrazioni e delle delusioni, i bambini passano anche dal prendere atto che Babbo Natale non esiste: questa consapevolezza è segnale di un nuovo momento evolutivo del bambino, sta diventando grande. Noi abbiamo la responsabilità di amare e sostenere la bellezza del crescere. E di nutrire la magia del Natale.

Dott.ssa Laura Mazzarelli

LIBRO CONSIGLIATO >> Aspettando il Natale: l’attesa tra magia, emozioni e tradizioni

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